Libertà di espressione
Ho preso l’immagine di copertina da un post del Prof. Burioni. Si evidenzia come un gruppo, non so quanto ristretto, di antivaccinisti convinti stia cercando di attaccare il libro del Prof. Burioni inserendo commenti negativi nella sezione “Recensioni” di Amazon.com. Se il numero di commenti negativi è molto alto, pare che Amazon chieda conto e ragione a chi ha inserito l’articolo in vendita e, se non vengoni fornite spiegazioni convincenti, si può arrivare anche al ritiro dal sito di Amazon.
Inutile dire che sto partecipando anche io alla discussione avendo letto il libro dopo averlo acquistato in libreria. Il tono medio delle risposte che ricevo è di questo tipo:
in altre parole si invoca libertà di giudizio, libertà di opinione e libertà di espressione contro un non meglio specificato pensiero unico.
Libertà di giudizio, pensiero, opinione, espressione sono tutte sacrosante. Ci mancherebbe altro. Sono, peraltro anche sancite dalla nostra costituzione oltre che da ogni carta per i diritti dell’uomo. Ed è giusto che sia così. Questa è l’essenza del mondo libero: ognuno può dire la sua su ogni cosa.
Qual è il problema?
Il problema è che quando ci si riferisce alle libertà fondamentali dell’uomo non lo si fa considerando il mondo scientifico.
Cerco di spiegarmi meglio perché detta così sembrerebbe che il mondo scientifico sia tutt’altro che libero. Non è così. Il mondo scientifico è quanto di più democratico esista. Chiunque, dal grande luminare al più umile degli uomini sono alla pari. Il punto è che questo è vero solo sulla base di un background comune. Nel mondo scientifico a dati e tabelle si risponde con dati e tabelle.
Se mi dicessero che l’acqua non è H2O, ma SiO2, io porterei innanzitutto le analisi a dimostrazione del fatto che la molecola di acqua contiene 2 atomi di idrogeno e uno di ossigeno. Pretenderei, inoltre, che il mio interlocutore, sia grande luminare che umile ciabattino, portasse altrettante analisi per suffragare la sua affermazione secondo cui la molecola di acqua è fatta da un atomo di silicio e 2 di ossigeno. Questo perché? Perché la formula H2O spiega tantissime cose, mentre quella SiO2 andrebbe contro una serie innumerevole di evidenze. È chiaro che mi aspetto che chi fa certe affermazioni, le faccia in modo circostanziato. Se l’unica argomentazione è che la formula dell’acqua è SiO2 perché è giusto avere un contraddittorio ed evitare il pensiero unico, ebbene io tratto questo soggetto per quello che è: un emerito ignorante.
E’ vero che la scienza è fatta di contraddittorio, ma è anche vero che il contraddittorio si basa su delle conoscenze di base comuni sulle quali si costruisce il confronto.
Io posso dire che il libro del Prof. Burioni non mi piace perché il colore della copertina non incontra i miei gusti; perché trovo che sia poco maneggiabile oppure perché è scritto male ed io non lo capisco. Ma di certo non posso dire che riporta informazioni false perché per farlo ho bisogno di andare a cercare nella letteratura scientifica gli articoli citati, li devo leggere e capire e poi entrare nel merito dei singoli esperimenti lì descritti. Per fare questo non basta la mia laurea in chimica, il mio dottorato in chimica del suolo ed il fatto che io insegni all’università la chimica del suolo dopo aver insegnato vari anni la chimica organica e la chimica generale. Non basta perché le mie specializzazioni non mi consentono di capire i dettagli dei lavori citati, per cui, come il prof. Burioni si affiderebbe a me per avere un’idea sulla dinamica dei nutrienti nel suolo, io mi devo affidare a lui per avere una idea dell’utilità dei vaccini.
Immaginiamo ora un laureato in giurisprudenza che ha una specializzazione in diritto civile o penale o qualunque altra nel campo legislativo. Immaginiamo anche una persona che, per motivi che non mi interessano, non sia andata a scuola o si sia fermata al diploma superiore. Queste persone sarebbero in grado di giudicare la validità dei dati riportati dal prof. Burioni? Senza una attenta valutazione dei lavori che Burioni cita, l’unica cosa che possono dire è: mi affido alla buona fede ed alla preparazione di Burioni. Invece, queste persone vanno oltre. Il loro malinteso senso della democrazia e della libertà di espressione ed opinione li rende così arroganti da pensare che la loro ignoranza sia del tutto equivalente alla preparazione di chi si esprime nel merito del settore in cui ha passato la vita prima come studente, poi come studioso.
Alla luce di tutto questo posso riaffermare con forza che la scienza è libera e democratica, ma in ambito scientifico il concetto di “democrazia” o “libertà di espressione” non vuol dire che sono libero di aprire bocca e dire quello che mi pare. Ovvero posso anche farlo, ma devo avere la consapevolezza di poter essere additato come un arrogante ignorante se dico sciocchezze. Se voglio dire la mia liberamente ed essere preso sul serio, lo devo fare con cognizione di causa salendo io sul piano degli esperti e non pretendendo il contrario. Altrimenti meglio stare zitti.
Conclusioni
Quanto ho appena scritto, ai tempi dei miei genitori o dei miei nonni, appariva qualcosa di sensato. Se io non sono esperto di qualche cosa, mi rimetto all’esperto per risolvere un mio problema. Del resto se ho un problema ai tubi di casa chiamo l’idraulico. Se questi mi dice che bisogna fare un certo tipo di lavoro, ho due possibilità: accetto quello che mi propone oppure mi rivolgo ad un altro idraulico. Se quest’ultimo mi dà la stessa risposta, prendo atto e confronto i preventivi. Se la risposta è diversa, interpello un terzo idraulico e confronto le risposte. È nel mio pieno diritto stare a sentire più campane e scegliere quella che economicamente è più conveniente. Nel mondo scientifico ed in quello dei vaccini, in particolare, funziona allo stesso modo. Se un insieme di professionisti mi dice che la pericolosità dei vaccini è praticamente nulla e che se si verificasse un inconveniente sarebbe assolutamente sotto controllo, non starei certamente a sentire l’unica voce fuori dal coro che mi dice il contrario. Mi chiederei perché la voce fuori dal coro è tale e lo considererei un ignorante. Questo si chiama buon senso. Purtroppo, però, devo constatare con enorme dispiacere che, al giorno d’oggi, il buon senso è diventato non solo merce rara ma anche un modo di pensare controintuitivo.